Una volta era il libretto di risparmio, adesso è il fondo pensione?

di | febbraio 21, 2019

Convenienza fiscale e flessibilità d’utilizzo: perché iscrivere un minore a un fondo pensione? Una scelta non solo possibile (contrariamente a quanto spesso si pensi), ma anche utile

 

Indubbiamente, una volta il più bel regalo che un genitore o un nonno previdente potesse fare al proprio figlio o nipote era certamente un libretto di risparmio.

Oggi, tuttavia, gli scenari – anche di investimento – sono cambiati e un’alternativa estremamente valida è offerta dai fondi pensione. Del resto, il concetto alla base della previdenza complementare è l’accantonamento di risparmi che andranno a determinare un capitale di cui beneficiare sotto forma di rendita che va ad aggiungersi al trattamento pensionistico pubblico. Vien da sé che, prima si aderisce a una delle forme della previdenza complementare, tanto maggiore sarà l’eventuale convenienza futura della propria scelta.

Ma è davvero possibile far confluire risparmi nei fondi pensione sin dalla giovane età? La risposta è sì: la normativa vigente prevede infatti la possibilità di adesione alla previdenza complementare anche per minori e soggetti fiscalmente a carico (con un reddito complessivo non superiore a 2.840,51 euro al lordo degli oneri deducibili; dall’1 gennaio 2019, tale limite è elevato a 4.000 euro per i figli di età non superiore ai 24 anni).  Contrariamente a quanto si sia facilmente portati a pensare, non bisogna quindi attendere la maggiore età per aderire a un fondo pensione.

Perché dunque iscrivere un ragazzo o un bimbo? Sicuramente, si tratta di una scelta utile, oltre che per il futuro del giovane, anche per la sua educazione sociale al risparmio. Da non trascurare sono però anche i vantaggi fiscali correlati all’adesione: l’operazione è  conveniente anche perché deducibile dal reddito di chi versa. Supponiamo ad esempio che una mamma abbia un’aliquota fiscale del 37%: se versa 1.000 euro l’anno sul fondo del figlio, avrà uno sconto fiscale, al momento del pagamento delle tasse, di 370 euro; l’investimento nel fondo gli sarà cioè costato 630 euro. Non solo, quando il ragazzo andrà alle superiori o all’università e magari avrà bisogno di qualche anticipo, potrà prelevare dal suo fondo pensione fino al 30% della giacenza, che potrà poi restituire recuperando le tasse pagate; potrà poi allo stesso modo prelevare fino al 75% per ristrutturare la casa paterna o di famiglia o per comprarsene una nuova. Una soluzione, dunque, che trova anche nella flessibilità di utilizzo dei risparmi accantonati, oltre che nella convenienza fiscale, uno dei suoi punti di forza.

(fonte Pensioni&lavoro)

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